A seguito della perdita della fortezza veneziana di Gradisca nel 1511, che passò sotto il dominio asburgico, nei territori friulani si venne a creare una situazione confinaria alquanto indefinita detta a pelle di leopardo: enclavesveneziane si inserivano in ambito arciducale e possedimenti imperiali rimanevano incastonati in territori della Serenissima.
Al fine di rafforzare le sue difese in territorio friulano, Venezia, dopo attente valutazioni, ritiene di costruire ex novo una fortezza reale in grado di arginare le scorrerie dei Turchi e fermare gli Asburgo.
Il 18 settembre del 1593 il Senato Veneto nominò cinque ispettori generali che si recarono nella Patria del Friuli per scegliere il sito sul quale erigere la nuova fortezza. La scelta cadde su un territorio strategico della pianura friulana all’ incrocio tra l’ antica via Julia Augusta e la Strada Ungaresca (Stradalta).
Il 7 ottobre 1593 a ricordo dell’ anniversario della Battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) che vide la vittoria dei veneziani sulla flotta turca, si pose la prima pietra per la fortezza di PALMA quale simbolo di vittoria e di gloria.
(Fotografia aerea: Sergio Ioan)
Alla realizzazione della fortezza partecipò una equipe di ingegneri, trattatisti ed esperti architetti militari dell’ Ufficio di Fortificazioni di Venezia, tra i quali il Soprintendente Generale Giulio Savorgnan. Durante il periodo veneziano la fortezza fu dotata di due linee difensive, fu realizzato l’ impianto urbanistico, costruiti gli edifici civili, le caserme, le polveriera e i quartieri militari. Il secolo XVIII rappresentò la parabola discendente della gloriosa storia di Venezia e la fortezza di Palma e il Friuli subirono tale decadenza. Nel marzo del 1797 un ufficiale austriaco entrò con l’ inganno in città e riuscì a conquistarla, ma gli Austriaci non ebbero il tempo di festeggiare la loro vittoria, in quanto i francesi di lì a poco, comandati dal Generale Bernadotte presero la fortezza. Dopo la pace di Campoformido Palmanova ritornò nuovamente agli Austriaci e nel 1805 i Francesi rioccuparono la città . Napoleone Bonaparte compresa l’ importanza strategica della fortezza, fece consolidare le strutture difensive esistenti e a partire dal 1806 incaricò il Generale Chasselops di eseguire il progetto per la costruzione della terza cinta fortificata. In asse ai baluardi veneziani furono aggiunte le lunette napoleoniche dotate di gallerie sotterranee e per la realizzazione di queste opere furono spianati i tre villaggi di Ronchis, Palmada, San Lorenzo, i cui edifici impedivano il tiro dei cannoni della fortezza e potevano offrire riparo ai nemici.
La fortezza così strutturata resistette a due assedi posti dagli Austriaci nel 1809 e nel 1813.
L’ anno successivo ritornò all’ Austria fino al 1866 quando fu annessa al Regno d’ Italia. Durante il Primo Conflitto Mondiale considerata la vicinanza con il fronte la città diventò centro di smistamento e di rifornimento per la prima linea situata sull’ Isonzo, subì numerosi bombardamenti e fu incendiata durante la ritirata di Caporetto del 1917.
La Seconda Guerra Mondiale non procurò alla città gravi danni, grazie al coraggio del suo arciprete Mons. Merlino che fece recedere i tedeschi dalla decisione di radere al suolo tutto il manufatto.
Con decreto del Presidente della Repubblica nel 1960 Palmanova fu proclamata Monumento Nazionale e l’anno successivo con Decreto Ministeriale venne riconosciuta come Complesso particolarmente importante.
Palmanova è l’unico esempio di città di fondazione che mantiene ancora intatta la propria forma. La complessità del bene fortezza, che per i suoi contenuti culturali, è uno dei più importanti esempi mondiali di architettura militare, è dovuta alla struttura fortificata articolata in tre cerchie difensive: la prima e la seconda realizzate da Venezia tra la fine del Cinquecento e metà del Seicento e la terza aggiunta dai francesi agli inizi dell’Ottocento.
Il Palazzo del Monte di Pietà
Fatto costruire nel 1666 dal Provveditore Alvise Molin per aiutare la popolazione più bisognosa della fortezza ed evitare il ritorno a Palmanova degli ebrei, che erano stati cacciati, per aver praticato il prestito ad usura. Successivamente l’edificio fu in parte modificato e furono aperti due ingressi per permettere alla gente di accedervi senza essere troppo in vista. Distrutto da una bombardamento durante l’assedio del 1814, fu ricostruito nel 1829. Sull’angolo del nuovo edificio fu collocata una statua di marmo con la raffigurazione della Pietà.
Palazzo del Governatore alle armi
Costruzione veneziana che risale al 1613 sotto il provveditorato di Benedetto Tagliapietra, oggi sede della direzione del Museo della Grande Guerra e della Fortezza di Palmanova.
Palazzo del Ragionato detto anche Palazzo della Camera Fiscale di Palma
Fu edificato nel 1598 dal Provveditore Generale Marc’Antonio Memmo quale sede degli uffici finanziari e Tesoreria della Fortezza. Secondo ufficio della città per ordine di importanza, il Ragionato era retto da un Tesoriere che aveva responsabilità della camera e di tutte le attività finanziarie.
Museo della Grande Guerra e della Fortezza di Palmanova
Dalla piazza del rivellino è possibile accedere alla terza cinta fortificata aggiunta dal Genio Francese tra il 1805-1806 con lunetta napoleonica (struttura collocata esternamente, in asse al baluardo veneziano, dotata di caponiera centrale con volta a botte munita di feritoie per cannoni da fortezza, fiancheggiata da due altre strutture in pietra dette casematte).
Il Civico Museo Storico
Costituisce il punto di partenza indispensabile per conoscere la storia della città e per comprendere l’evoluzione della sua complessa struttura urbana e fortificata. Le raccolte, collocate sui due piani della sede di Palazzo Trevisan, sono esposte in ordine cronologico; a partire dall’anno di fondazione della Città (1593) fino alla Prima Guerra Mondiale, con il preciso intento di creare un racconto storico che riassume, attraverso documenti originali, disegni, armi e armature e cimeli vari i periodi della storia della fortezza: Veneziano, Napoleonico, Austriaco e Italiano. Tra le curiosità riguardanti il periodo veneziano segnaliamo un forziere del XVII secolo appartenente alla camera delle Finanze di Palmanova. Si tratta di un pregevole lavoro di artigianato realizzato in legno di rovere rivestito e da resistenti piastre di ferro.
L’apertura e chiusura si esegue attraverso una combinazione di sedici movimenti nascosti nelle cornici artisticamente decorate sul coperchio dello scrigno.
Piazza Grande
La Piazza Grande un tempo chiamata Piazza d’Armi è l’ osservatorio privilegiato della struttura viaria e urbanistica della città fortezza.
Al centro di questo ampio spazio esagonale si erge un basamento in pietra d’Istria, su questa base monumentale, da tempo immemorabile testimone delle vicende storiche della fortezza, s’innalza l’alto stendardo, simbolo della fortezza stessa. La crescita della piazza, dei suoi decori nel corso dei secoli, è stata sempre determinata da esigenze politiche il cui duplice scopo era quello di esaltare una piazzaforte del sistema difensivo veneziano e di rafforzare i legami fra Stato e cittadinanza locale.
Questo vitale spazio ha assunto via via nel contesto sociale ed economico di Palmanova un ruolo di rilevante aggregazione della popolazione civile.
Nella sua ampiezza esalta gli edifici storici più importanti della città , il Duomo Dogale con la sua particolare facciata baroccheggiante, il Palazzo del Provveditore Generale (oggi sede del Municipio), il Palazzo del Governatore alle Armi, la Loggia della Gran Guardia, La Loggia dei Mercanti, il Palazzo del Monte di Pietà.
Interessanti sotto il profilo artistico le undici statue collocate all’imbocco di ogni strada che sfocia all’interno della piazza con la raffigurazione dei Provveditori Generali della Fortezza.
Il Duomo
L’imponente costruzione baroccheggiante è opera dell’Ufficio di Fortificazioni di Venezia (1615 – 1636) è considerato uno dei più insigni monumenti di architettura veneta in Friuli Venezia Giulia.
Di pregevole fattura il soffitto, formato da undici capriate in legno di larice dipinto. A fianco della costruzione si erge il campanile del 1776.Sulla facciata del duomo dogale sono visibili le statue del SS.Redentore (al centro), di Santa Giustina (a destra) e di San Marco (a sinistra). All’interno dell’edificio cultuale, a navata unica, sono presenti pregevoli opere d’arte tra le quali la Pala delle Milizie (1641) di Alessandro Varotari detto il Padovanino
Il Teatro Gustavo Modena è un contenitore prestigioso nel cuore della città stellata.
Con i suoi spazi eleganti e da poco ristrutturati, offre al pubblico una sede ideale per convegni, congressi, eventi culturali, esibizioni teatrali e musicali. La facciata in stile neoclassico è scandita da un ordine gigante di semicolonne doriche, fu inaugurato il 7 ottobre del 1843.
Nell’ Ottocento il teatro, in virtù del rinnovato ruolo sociale diventa luogo di rappresentanza per l’ emergente classe borghese, ma in alcuni casi, come per il teatro palmarino, assume anche la duplice funzione di tempio laico, focolaio di rivolta durante i moti risorgimentali. Nel 1844 giunge a Palmanova con la sua compagnia l’ attore Gustavo Modena e rende subito celebre il teatro per l’ innovazione dei suoi spettacoli e nella sua permanenza in fortezza, come collaboratore di Mazzini, guida l’ insurrezione antiaustriaca del 1848, usando come quartier generale la sala teatrale.
Caserma Montesanto (Bastione GRIMANI)
Si tratta di un interessante recupero di una caserma francese seminterrata in un bastione della fortezza.
Costruita nei primi anni dell’ Ottocento per volere di Napoleone Bonaparte, che rafforzò le linee difensive della fortezza con l’ aggiunta delle lunette francesi, come due altri edifici analoghi che si trovano sui bastioni Donato e Contarini, era una caserma difensiva a trincea la cui struttura chiudeva completamente il bastione da cortina a cortina ed era munita verso l’ esterno di feritoie per la fucileria.
Polveriere (di contrada Garzoni e contrada Foscarini)
Edifici in pietra costruiti nei primi anni dell’ Ottocento da Napoleone come depositi per le munizioni; oggi contenitori culturali deputati ad ospitare mostre d’ arte e convegni.
Porte Monumentali
L’accesso alla città fortezza è consentito dalle tre Porte: Porta Aquileia (un tempo chiamata Marittima), Porta Udine e Porta Cividale unici edifici visibili all’esterno.
Furono costruite dall’Ufficio di Fortificazioni di Venezia. Nei loro interni sono ancora visibili le nicchie con i camini un tempo utilizzati dai soldati e i portoni borchiati. All’interno di Porta Udine è ancora visibile la ruota del ponte levatoio.
Parco storico dei Bastioni
I Bastioni della Città Fortezza di Palmanova offrono il piacere di varie passeggiate per tutta la famiglia ed anche per gli sportivi più appassionati.
Immersi nella Storia e nella Natura, i percorsi guidano alla scoperta dell’affascinante urbanistica militare dei periodi veneziano e napoleonico attraverso gallerie, controporte, ponticelli, baluardi, rivellini, lunette francesi, spianate e falsebraghe.